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Scandalizzati, ma per quale democrazia?
Il perbenismo degli istituzionalisti sostenuti dalla manipolazione mediatica non salva quando i conflitti interni incalzano
Quando la cronaca puzza
Per favore, non assentite allo scandalismo serpeggiante fra partiti che ancora fingono che esista la politica (uno zombie ormai cadavere dagli anni ’90) e i giornali che riescono a campare solo grazie alle sovvenzioni dei prelievi fiscali.
“Democrazia” è un termine improprio per definire quel “principio maggioritario” che non è mai stato così poco garanzia di giustizia ed efficienza come negli ultimi tempi.
Quando le cose non piacciono nonostante si chiamino con il nome che si intende difendere si dice che quella cosa non è il nome che le si dà, mentre quando conviene, nonostante non risponda affatto ai requisiti previsti, si dice che non può essere criticata perché è la migliore cosa con quel nome che ci sia al mondo. Così si finisce per arenarsi nelle solite sabbie mobili della “botte piena con la moglie ubriaca”: è illiberale chiedere alle persone di limitarsi a fare 1 o 2 figli al massimo, o pretendere che chi può consumi di meno, però è sbagliato devastare la terra con i consumi di una popolazione umana soggetta ad un incremento esponenziale insostenibile.